alopecia e chemioterapia
Alopecia e chemioterapia
Umanizzare le cure oncologiche: come combattere l’alopecia causata dalla chemioterapia

Alopecia e chemioterapia

L’alopecia causata dai trattamenti oncologici non è solo un effetto collaterale visibile. È un’esperienza che incide profondamente sulla sfera emotiva e psicologica delle pazienti, soprattutto di quelle che affrontano il tumore alla mammella, uno dei tumori più frequenti al mondo.

L’impatto psicologico della caduta dei capelli

Come chirurgo plastico, ricostruttivo ed estetico presso il CRO di Aviano, ho avuto spesso modo di osservare quanto la perdita dei capelli durante la chemioterapia influisca negativamente sull’autostima delle donne. La caduta dei capelli non è solo un cambiamento estetico: è un segno evidente della malattia, che spinge molte pazienti a nascondersi dietro parrucche, foulard o bandane, aumentando il senso di disagio e di imbarazzo.

Fortunatamente, l’alopecia causata dai farmaci chemioterapici è reversibile. I capelli ricrescono dopo circa tre-sei mesi dalla fine delle cure. Tuttavia, durante il trattamento, il diradamento e la caduta possono essere significativi, impattando profondamente sull’immagine corporea e, di conseguenza, sul benessere psicologico.

Caschi refrigeranti: una soluzione innovativa

Per aiutare le pazienti a contrastare l’alopecia durante la chemioterapia, oggi disponiamo di una soluzione tecnologica avanzata: i caschi refrigeranti. Questi dispositivi, utilizzati già negli anni ’70 con metodi più rudimentali, sono ora progettati per mantenere una temperatura costante tra i 3 e i 5 gradi durante il trattamento.

Ma come funzionano?

Grazie al freddo, si induce una vasocostrizione che riduce l’afflusso di sangue al cuoio capelluto. Questo limita la quantità di farmaco chemioterapico che raggiunge i bulbi piliferi, preservando così i capelli.

L’applicazione del casco inizia circa 15-30 minuti prima dell’infusione e continua fino a un’ora dopo la fine del trattamento. Questa tecnica, sebbene non garantisca risultati perfetti per tutte le pazienti, rappresenta un importante strumento per migliorare la qualità della vita durante le cure oncologiche.

Umanizzare le cure oncologiche

La lotta contro il tumore alla mammella va oltre la medicina: riguarda l’intera persona, con le sue emozioni, paure e speranze. Preservare l’immagine corporea non significa solo proteggere l’estetica, ma anche offrire supporto psicologico e aiutare le pazienti a ritrovare fiducia in se stesse.

Spesso vedo donne che, guardandosi allo specchio, non si riconoscono più: capelli caduti, un seno ricostruito, magari un aumento di peso. Questi cambiamenti temporanei possono incidere profondamente sull’identità femminile. È qui che la tecnologia, come i caschi refrigeranti, diventa un alleato prezioso.

La mia visione: cura del corpo e della mente

La perdita dei capelli, anche in situazioni non patologiche, può rappresentare una fonte di disagio e di perdita di autostima. Per questo, nel mio lavoro pongo sempre al centro non solo il corpo, ma anche la mente e il cuore delle pazienti.

I caschi refrigeranti sono uno strumento concreto per affrontare meglio un percorso difficile, dimostrando che, attorno alla malattia, c’è sempre una persona con la sua forza e la sua fragilità.

Clicca qui per leggera la mia intervista integrale su Revee News

Ringrazio sentitamente la redazione.

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